
LA MIA POLITICA POLITICA – Capitolo 3
Continuando,come promesso, la narrazione di fatti accadutimi con personaggi di alto rango, questi sono tre soggetti selezionati per oggi.
– Attilio Ruffini
Vice delegato Nazionale del Movimento giovanile, ha ricoperto gli incarichi di Ministro dei Trasporti, della Marina Mercantile, della Difesa e degli Esteri. Attilio, mantovano, avvocato con studio a Roma, allora associato con il nostro comprovinciale e mio carissimo amico Avv. Leandro Bonarrigo.
Nipote del Cardinale Ruffini e successivamente genero dell’allora Presidente della Regione Giuseppe La Loggia, si trasferì in Sicilia dove venne eletto deputato in sei successive legislature, nel collegio della Sicilia occidentale.
Un fatto particolare avvenne ad Agrigento nella primavera del 1955.
In quel periodo ero stato trasferito quale dipendente della Cassa di Risparmio a Canicattì, che raggiunsi assieme a mia moglie.
Spesso nel fine settimana ci spostavamo ad Agrigento dove incontravamo mio fratello Aldo, allora fidanzato e poi sposato con Maria Vita, che aveva conosciuto nel periodo della guerra trascorso con la mia famiglia ad Agrigento, abitando in una villa in gran parte utilizzata dalla famiglia Vita.
In una delle tante occasioni la mia futura cognata ci disse “devo andare da Zina La Loggia per una ricorrenza particolare, volete accompagnarmi nella loro villa? che era limitrofa alla nostra Villa Agragas.
In quella occasione Zina La Loggia ci comunicò che si era fidanzata e mostrò subito la foto del fidanzato.
Guardando la foto io dissi a Zina “forse questa persona la conosco”, ma la risposta immediata fu: “non puoi conoscerla perché non è un siciliano”.
Risposi “è di Mantova ed è il mio carissimo amico Attilio Ruffini, nipote del Cardinale Ruffini di Palermo, con il quale continuiamo ad avere rapporti consolidati fin dal periodo in cui eravamo stati membri del Consiglio nazionale del movimento giovanile del Partito.
Trasferitosi a Roma frequentavo spesso la sua abitazione ogni volta che, per motivi diversi, mi trovavo nella Capitale”.
Zina rimase molto impressionata per questo mio immediato riconoscimento e
questa situazione servì per consolidare il mio rapporto con Attilio.
Ricordo una sua visita fattami nel 1959 a Montemaggiore Belsito, quando dirigevo quell’Agenzia della Sicilcassa, con un candidato da lui sostenuto in occasione della campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea regionale e, a casa mia , in occasione di una sua conferenza tenuta a Enna, inserita nel giro di conferenze che periodicamente organizzava Padre Salvatore.
Domenico Magrì
Un rapporto molto particolare mi ha legato all’On. Domenico Magrì, già Sindaco di Catania, Ministro della Pubblica Istruzione, Ministro dell’Industria e Ministro del Turismo.
Il rapporto venne instaurato nel 1967 quasi alla vigilia delle elezioni politiche, sollecitatomi dal Professore Sorrentino allora consigliere di Amministrazione della Sicilcassa.
Io ero reduce, da candidato non eletto della campagna elettorale del 1967 per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana, portatore di circa 14/mila voti di preferenza.
In un incontro pre-elettorale tra me, l’On. Magrì ed il prof. Sorrentino, confermai la mia disponibilità a sostenerlo nell’ennese in occasione dell’imminente campagna elettorale, ponendo queste condizioni:
– i fac-simili per la provincia sarebbero stati approntati da me, inserendo anche il nome del candidato della nostra provincia;
– dovevamo concordare insieme i suoi comizi e le sue visite in provincia, per poter essere io presente ed evitare incontri con personaggi da me ritenuti sbagliati.
La campagna si svolse nel modo da me suggerito con il risultato di oltre 9.000 voti di preferenza ottenuti dall’on. Magrì, senza spendere una lira, cosa che consolidò un rapporto di amicizia che durò finché Magrì restò in vita.
Due fatti non posso non ricordare, tralasciando i molti problemi che ritengo di avere risolto con lui in quel periodo.
Da Consigliere dell’Ente Autodromo di Pergusa.
Per molti anni il Presidente Mingrino tentò di ottenere la ripresa diretta televisiva della più importante manifestazione de nostro ente autodromo: Il Gran Premio del Mediterraneo.
Ogni volta la RAI dava risposte negative, adducendo sempre che i programmi venivano predisposti da tempo e non vi era nessuna possibilità di inserirne altri.
L’alibi della RAI era valido perché le richieste venivano fatte ogni anno nel mese di febbraio/marzo, quando veniva pubblicato il calendario delle manifestazioni.
Nel 1968 la RAI confermò che anche per quell’anno non era possibile inserire nella programmazione Il Gran Premio del Mediterraneo di Pergusa.
In occasione di un incontro a Roma con il Ministro Magrì, fortunatamente allora Ministro del Turismo e dello Sport, rappresentai la situazione che ogni anno si era creata con la RAI, che riservava alla più ìimportante manifestazione di Pergusa soltanto brevi filmati in differita.
In mia presenza il Ministro fece chiamare al telefono il direttore Generale della Rai al quale disse espressamente “Quest’anno la Rai dovrà riprendere in diretta la manifestazione del Gran Premio del Mediterraneo di Pergusa del prossimo agosto”.
La risposta: “ne ho preso atto e darò disposizioni al riguardo”.
Ritornando a Enna diedi la notizia a Mingrino, il quale ricordava bene la recente lettera pervenuta dalla RAI e, con la sua classica flemma mi rispose “non scherzare con questo problema perché tu sai quanto mi ha fatto e mi fa soffrire”.
Scrissi a macchina una lettera di ringraziamenti indirizzata al Ministro per il risultato conseguito con l’invito ad essere presente ad Enna in occasione della gara prevista per agosto.
Rino prima si rifiutò di firmarla e poi, dopo le mie insistenze, mi disse “la firmo ma la voglio spedire io”.
La RAI dal 1968, finché durarono le manifestazioni motoristiche, riprese sempre in diretta il Gran Premio del Mediterraneo e Magrì, da me sollecitato, venne appositamente a Pergusa.
Il secondo fatto: quando era Ministro dell’Industria, mi fissò un appuntamento per rappresentargli un problema che riguardava una nota società vinicola della provincia.
Presentatomi all’ora concordata al Ministero, il suo segretario particolare mi comunicò che il Ministro era stato chiamato d’urgenza alla Camera dei Deputati e mi chiese di aspettare il ritorno della sua auto che mi avrebbe accompagnato per incontrarlo alla Camera.
Giunti alla Camera notai che l’auto non si era fermata all’ingresso principale, ma da una parte laterale, e l’autista mi suggerì di prendere “quell’ascensore” perché il Ministro l’aspetta al secondo piano.
Proprio all’uscita dell’ascensore incontrai il mio concittadino ed amico On. Giovanni Grimaldi, allora Deputato del P.C.I. il quale sbalordito mi disse: “come mai sei salito con quell’ascensore che è riservato solo per i rappresentanti del Governo?”.
Gli risposi: “Giovanni, avevo un appuntamento con il Ministro Magrì al Ministero ed il Segretario, essendo stato il Ministro chiamato d’urgenza alla Camera, mi ha fatto accompagnare, come richiesto dal Ministro, alla Camera per incontrarlo”.
Il Ministro Magrì mi raggiunse mentre parlavo con Giovanni Grimaldi il quale, incontrandoci a Enna mi confessò di essere rimasto stupito per il modo in cui il Ministro si era giustificato con me per il contrattempo verificatosi.
Altri tempi ed altri personaggi!
Giovanni Grimaldi
Avendo indirettamente già nominato l’on.. Giovanni Grimaldi devo raccontarne altra storia.
Casualmente conversando ad Enna con l’on. Giovanni Grimaldi, deputato nazionale del PCI, al quale mi legavano forti rapporti di amicizia, alla sua domanda: “Che si dice alla Cassa”,( la Cassa di Risparmio V.E.) risposi: “Sono in attesa della conferma per raggiungere da direttore la sede di Messina, ma si deve superare un piccolo scoglio rappresentato dalla perplessità manifestata dal nuovo Presidente Avv.Armando Cascio, socialista, per la mia ben nota militanza politica nella D.C.”.
L’On. Giovanni Grimaldi, in ottimi rapporti con Cascio, immediatamente lo chiamò al telefono e gli disse: “Armando , so che è stato designato per la direzione della Cassa di Risparmio di Messina Alerci e che tu hai qualche perplessità per la sua estrazione politica.
Ti dico che Angiolo Alerci è una persona seria, è un mio cugino (mia madre era una Grimaldi) e tu potrai stare tranquillo”.
L’Avv. Cascio rispose “Devi dire ad Alerci di venirmi a trovare, perché la comunicazione finale gliela voglio dare io”.
Durante la mia direzione della sede di Messina, in occasione di un pranzo a tre, con l’Avv. Cascio ed il Direttore Generale Ferraro, quest’ultimo chiese al Presidente Cascio: “Come si comporta Alerci” e il Presidente Cascio rispose: “In modo estremamente corretto e collaborativo”.
Ferraro replicò dicendo: “Alerci è uno dei migliori direttori che la Sede di Messina abbia avuto; forse è secondo solo a Mirabella, divenuto poi Vice Direttore Generale”.
Certi fatti, anche per il modo come si sono sviluppati, restano indimenticabili.