
La creazione di un sistema di percorsi di visita e di servizi a supporto del turista: dotare il territorio di strumenti tecnologicamente avanzati, a impatto ambientale minimo; favorire un turismo di qualità, scientifico e destagionalizzato. Mettere in rete le risorse naturali, ambientali, culturali presenti nel territorio. E’ la sfida che si trova davanti il territorio del Geopark Rocca di Cerere gestito dall’omonima società consortile presieduta da Riccardo Perricone e che dallo scorso febbraio è stato riconosciuto come “Ecomuseo”. In pratica un territorio che già di per se rappresenta un museo a cielo aperto e che la Regione Sicilia ha istituito per decreto insieme ad altri 11 in tutta l’isola. Un “Ecomuseo” è un museo dedicato al territorio nel suo complesso, in grado di conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di un territorio geograficamente, socialmente ed economicamente. Si propone come un’opportunità di scoperta e di promozione di un territorio con l’offerta di percorsi e itinerari, attività didattiche con il coinvolgimento della popolazione, associazioni e istituzioni culturali. Un riconoscimento quello arrivato per il Geopark Rocca di Cerere che va a rendere ancora più ricco e interessante sia da un punto di vista geologico che naturalistico e storico un territorio che abbraccia i comuni di Aidone, Assoro, Calascibetta, Enna, Leonforte, Piazza Armerina, Nissoria, Valguarnera, Villarosa, riconosciuto bene dall’Unesco e che proprio da alcune settimane si può fregiare dell’ulteriore “timbro” di Geo Food, ovvero territorio dove valorizzare i prodotti locali, i cibi con questi realizzati e la storia ad essi legati. Quindi un territorio che punta ad un turismo alternativo come quello del Geoturismo che ne sostiene e rafforza la sua identità.