50 anni fa venivano istituiti i consultori familiari: Cgil lancia campagna a difesa e per il rilancio di questi presidi socio- sanitari. La situazione in Sicilia
Palermo, 29 lug- “A 50 anni dalla nascita dei consultori familiari, queste importanti strutture scontano in Sicilia carenze di personale e deficit strutturali e organizzativi”. Lo denuncia la Cgil regionale, nel giorno dell’anniversario del varo della legge 405 del 1075 che li istituisce. Il sindacato annuncia l’inizio di una campagna dedicata alla difesa e al rilancio di questi servizi-socio sanitari
La legge prevede un consultorio ogni 20mila abitanti (uno ogni 10 mila nelle zone rurali). In Sicilia, però oggi, secondo l’ultima relazione ministeriale si conta un consultorio ogni 25.261 abitanti. In funzione ci sono 179 consultori pubblici e 9 privati. “Queste strutture- dicono Gabriella Messina, segretaria confederale Cgil Sicilia ed Elvira Morana, responsabile per le politiche di genere- possono contare sulla indubbia competenza e disponibilità degli operatori. L’equipe multidisciplinare- sottolineano- è però garantita solo parzialmente. Sulla carta è prevista la presenza dell’ostetrica, dell’assistente sociale del ginecologo ma in reltà la copertura è parziale: l’ostetrica è garantita per 19,6 ore, l’assistente sociale per 14 ore, il ginecologo per 21,6 ore”.
La Cgil denuncia in proposito “la mancata azione del governo regionale- sottolineano Messina e Morana- per il necessario rafforzamento di questi servizi pubblici, importanti per la salute sessuale e riproduttiva, per la prevenzione della violenza di genere, del disagio giovanile e familiare, per l’educazione all’affettività e alla sessualità, per la salute delle donne lungo tutta la vita, per l’accesso libero e sicuro all’Ivg”. Si aggiungono, rilevano, “i continui tagli alla sanità pubblica che- osservano le due esponenti della Cgil- a livello nazionale hanno già ridotto drasticamente il numero e il personale sanitario, sociosanitario e amministrativo” . La campagna della Cgil contro lo smantellamento e per il rafforzamento dei consulti proseguirà nei mesi prossimi, territorio per territorio. “Il rilancio di questi presidi sociosanitari – sottolineano Messina e Morana- deve partire dal rispetto dei requisiti strutturali e organizzativi, per garantire la prevenzione e interventi in raccordo con le scuole per il contrasto alla violenza di genere, al bullismo, per la corretta informazione sulla sessualità, per l’ educazione all’affettività e la presa in carico di donne, giovani, anziani, famiglie”.